Da nord a sud dello stivale, in ogni camping village d’Italia, la tavola di Carnevale risponde a pochi, ma saldi imperativi: abbondanza e ricchezza di gusto, senza se e ma e soprattutto senza sensi di colpa.
I dolci fanno sicuramente da padrone, soprattutto quelli con tanto zucchero, miele e rigorosamente fritti. Chi non ha mai atteso il Carnevale per mangiare frittelle (di mele o con l’uvetta), castagnole semplici o ripiene, chiacchiere, frappe, bugie o ancora i tortelli dolci? Queste bontà, che si tramandano in ogni famiglia da generazioni, si trovano con nomi e varianti diverse in tutta Italia.
Il tour gastronomico tra le ricette più goduriose non può che partire dalla Campania: qui è un tripudio di struffoli, chiacchiere e zeppole farcite di crema pasticcera e guarnite con l’amarena, ma non si può non citare il sanguinaccio (crema al cioccolato che in origine aveva tra gli ingredienti il sangue di maiale), o il migliaccio di semola e ricotta.
Se a Venezia si mangiano le fritole, in centro Italia trovate la cicerchiata, palline di pasta fritte e cosparse di miele, mandorle e zuccherini colorati. In Trentino è periodo di frittelle di mele, nelle Marche di arancini, girelle aromatizzate all’arancia e a Firenze della sottile schiacciata. In Calabria la zeppola è farcita con ricotta, cannella e limone, mentre a Roma assaggiate le frittelle di riso.
In Sardegna ci si sbizzarrisce tra mustazzolos e le tzipulas, le regine del carnevale cagliaritano, morbide ciambelle a base di farina, uova, latte, patate e un pizzico di zafferano aromatizzate con scorza d’arancia o fil‘e ferru, l’acquavite sarda.
Salendo in Friuli ci sono le sope (frittelle) e il bujarnik, con mele e/o pere, fichi e frutta secca, semi di finocchio e cannella.
E per chi non ama i dolci?
Tranquilli a Carnevale ogni ricetta vale, anche quelle salate dove è un trionfo di sapori (e calorie!).
Da una sontuosa lasagna e pizza chiena in Campania, al maiale e salsiccia che in Lombardia vengono abbinati alla polenta e in Piemonte ai fagioli nella tofeja: ecco che il tegame in terracotta pieno di carne di maiale immerso in brodo di fagioli diventa il simbolo del Carnevale di Ivrea.
Se poi l’Alto Adige è celebre per lo Smacafam, torta salata “ammazzafame” con salsiccia e lardo, a Verona durante il Bacanal del Gnoco è un tripudio di gnocchi di patate, conditi con uno stracotto di carne di cavallo. E ancora facciamo tappa in Basilicata dove si mangiano i frzzul, maccheroni da abbinare a sughi di carne o con la rafanata (una sorta di frittata di uova e pecorino che spicca per il piccante della radice di rafano).
Insomma a Carnevale a ciascuno il proprio peccato di gola!