Vacanze in camping in Sardegna? Mare da sogno, paesaggi da cartolina, il profumo intenso della macchia mediterranea, natura selvaggia, piccoli borghi abbarbicati nell’entroterra, tradizioni autentiche che vivono tutt’oggi, sapori di mare e di terra sapientemente miscelati in tavola. Un paradiso conosciuto in tutto il mondo.
Per la ricchezza di ambienti, la Sardegna è una regione da scoprire anche con il trekking: ce ne sono moltissimi, tutti suggestivi, che vi permetteranno di esplorare a piedi la costa e l’entroterra, magari partendo da uno dei diversi camping village che punteggiano l’isola.
È il cammino di Santa Barbara uno dei percorsi a tappe più conosciuti, insieme al Selvaggio Blu, entrambi da fare in più giorni.
Il primo si snoda a sud ovest, nel territorio del Sulcis Iglesiente Guspinese (partenza da Iglesias): un anello di 500 chilometri in 30 tappe, tra dune, miniere, siti di archeologia classica e industriale e scogliere.
Il secondo invece, il Selvaggio Blu, è forse ancora più famoso, tanto da essere addirittura inserito nella lista dei 100 percorsi più spettacolari del mondo: si estende per 40 chilometri lungo la costa di Baunei, da Santa Maria Navarrese a Cala Gonone, lungo le scogliere di Orosei e fino a Cala Luna. Passando tra mare e montagna, con anche parti di arrampicata e ferrata, l’impegno è ripagato da panorami unici.
Per chi ne volesse solo un assaggio c’è anche la breve escursione fino a Pedra Longa, con partenza da Santa Maria Navarrese.
Sempre in zona Nuoro, per attraversare le Barbagie da Arcu Correboi alla sorgente di Su Gologone a Oliena ci vogliono quattro giorni percorrendo la Grande traversata del Supramonte, uno dei più emozionanti trekking isolani: c’è la selvaggia gola di Gorropu, uno dei canyon più profondi d’Europa, la valle di Oddoene (Dorgali), o l’itinerario, con un buon dislivello, che parte da Genna Silana.
Ci si ritrova tra boschi di querce, corbezzoli, ginepri quando si va alla scoperta del villaggio di Tiscali, o almeno di quello che ne resta, al confine tra il Supramonte di Oliena e il Supramonte di Dorgali. Costruito nell’Età Nuragica, frequentato durante l’Età Romana, il villaggio è completamente nascosto fino a quando non si raggiunge l’interno della cavità passando attraverso un’ampia apertura della parete rocciosa. L’escursione è piuttosto impegnativa e consigliata per esperti camminatori.
Percorsi affascinanti si trovano anche più a sud nell’area dei Tacchi dell’Ogliastra, monti calcareo-dolomitici il cui nome richiama la tipica conformazione simile a un tacco di scarpa: imperdibile Tacco di Perda Liana a Gairo (1300 metri di altezza), Tacco di Tisiddu che riflette sulle case di Ulassai le sue vertiginose pareti o ancora le grotte di Su Marmuri di Ulassai.
Alghero vanta invece l’itinerario “della Costa”: si cammina da Porto Ferro a Cala Viola, attraverso le spiagge di Cala del Turco e Cala del Vino.
A 24 km dalla città, all’interno del parco di Porto Conte, ci sono anche le grotte di Nettuno, il fiore all’occhiello dell’area marina protetta di Capo Caccia–isola Piana e tra le più grandi cavità marine in Italia. I 654 gradini della l’Escala del cabirol, che portano all’ingresso, sono solo l’inizio di una camminata che ricorderete per sempre.E infine un soggiorno nella splendida città di Cagliari può essere la giusta occasione per esplorare i suoi dintorni, come l’antico sentiero romano (risalente al IV secolo d.c.) che in 5 chilometri conduce da Santa Margherita di Pula fino a Chia.