Alla parola campeggio, noi figli degli anni Ottanta o giù di lì abbiamo in mente una visione, forse due. La prima – più di classe, bisogna ammetterlo – è quella di una roulotte dotata di ogni comfort, se cucinino esterno con bombola a gas e bagni in comune si possono definire comfort. Questa era da genitori camperisti stanziali: ci piace la vita da campeggio, ma ci piace anche un certo comfort. Ai tempi, era il top. La seconda è lei, la temutissima tenda, l’unica cosa che potevamo permetterci quando a diciott’anni trascorrevamo le vacanze con gli amici.
Che poi la tenda era pure prestata da qualche amico o fratello maggiore, spesso mancavano pezzi tipo i pali e ce ne accorgevamo soltanto al momento di montarla, e la spesa totale era quella dello spiazzo in cui ci accampavamo, che ruotava intorno alle diecimila lire. Condiviso solitamente con turiste tedesche che avevano sempre voglia di fare festa.
Cosa dire di quando pioveva e la canadese, piantata nella zona più fangosa del campeggio, diventava una specie di barca in cui galleggiavano tutti i nostri averi? Oppure di quando dai pini cadevano le pigne così forte che se ci prendevano in testa era la fine? Per non parlare del caldo torrido delle sei del mattino, quando eravamo rientrati da mezzora e avremmo voluto dormire ma no, i 41 gradi interni non ce lo permettevano.
Noi genitori nati negli anni Ottanta, quindi, quando sentiamo la parola campeggio ci immaginiamo già scenari che fanno parte di una vita passata, quella in cui eravamo giovani, e che non torneranno mai: perché non vogliamo farli tornare, non abbiamo più l’età.
Eppure… Come siamo cresciuti noi, è cresciuto anche il campeggio! Se qualche impavido papà nostalgico preferisce ancora la tenda – che ora è sette posti e dentro ha materassi matrimoniali, cucina portatile e condizionatore, tutti gli altri non dovranno temere (e le mamme neppure, tranquille): oggi campeggio non significa più piazzola fangosa con pericolo pigne cadenti.
Oggi campeggio significa massimo comfort, molto più della roulotte attrezzata. Significa veri e propri villaggi turistici con ogni comodità, dalle piscine per grandi e piccini, al ristorante per tutti i gusti, al minigolf, passando per case dotate di ogni modernità possibile.
Per i nostalgici categoria pavidi, invece, esistono anche i glamping: delle tende di lusso con bagno privato e letti veri, che regalano un’atmosfera magica che piace a genitori e bambini.
Insomma, dimenticate il piccone, il sacco a pelo, il sole alle sei del mattino, i rumori e le pietre nella schiena. Scegliete il campeggio che fa per voi tra le tante strutture disponibili in Italia o all’estero, e scoprirete tutto un mondo nuovo di fare vacanza coi vostri figli!