In una regione come il Veneto, di mare e laguna, ma anche con importanti colline, con laghi e montagne, non ci si può che aspettare anche in tavola tutta questa ricchezza e varietà.
Un territorio che è specchio di contaminazioni (basti pensare alle influenze dai suoi confini o alla storia di Venezia ai tempi delle Repubbliche marinare) che si riflettono nei sapori, come quelli che portano avanti con orgoglio le sette province della regione. In Veneto si può proprio dire “provincia che vai, eccellenza che trovi”.
Verso le Alpi Dolomitiche, in provincia di Belluno, non si possono non assaggiare i formaggi come il Piave, il Malga Bellunese, lo Schiz e la cacciagione, accompagnati entrambi dalla polenta (piatto che accomuna tutta la regione) o ancora i casumzei, ravioli a base di barbabietola e ricotta. Tra i dolci lo strudel di mele e per accompagnare i pasti si può andare su una delle birre artigianali della zona o la più conosciuta Pedavena.
Treviso è famosa per i suoi colli che danno i natali alle bollicine di Prosecco Valdobbiadene DOCG, una sorta di porta di accesso per i sapori della zona e tra gli ortaggi si annoverano gli asparagi bianchi e verdi e il radicchio, il Rosso di Treviso e il Variegato di Castelfranco Veneto, entrambi IGP. Come dessert il tiramisù: per quanto la sua origine sia ancora contesa, pare che i natali si debbano proprio a un ristorante di Treviso.
Poi c’è Venezia e la laguna: qui si portano in tavola le sarde in saòr, fritte e condite in una marinatura di cipolla, uvetta e pinoli, il fegato (detto appunto alla veneziana, con abbondante cipolle) e i bigoli, una pasta fresca condita con ragù d’anatra o sardelle.
In provincia di Padova da non perdere la Pasta e Fagioli, piatto semplice della tradizione contadina, i bigoli in salsa di cipolle e sardine o con le acciughe o con il ragù di anatra, il gran bollito alla padovana e i piatti a base di gallina.
In provincia di Vicenza non mancano mai il formaggio Asiago, la sopressa, portabandiera per i salumi della provincia, Risi e bisi, a base di riso e piselli, e il famosissimo baccalà alla vicentina, uno stoccafisso ammollato per tre giorni che unisce il suo sapore a quello del latte, sarde e della cipolla.
A Verona e provincia va assaggiata la storica ricetta della pastissada de caval, un brasato di carne di cavallo, macerata con il rosso Amarone della Valpolicella e stufata a fuoco lento per ore. C’è poi il riso Vialone nano, con marchio IGP, ideale per preparare ottimi risotti (come quello appunto all’Amarone o al tastasal con carne di maiale macinata, pomodoro, zucchine e carote).
E la tavola sull’Adriatico cosa racconta?
Nel Polesine, dove il Po va a tuffarsi nel Mare Adriatico, c’è un mix di tradizione contadina e specialità di pesce, di mare e di fiume.
Tra i primi spiccano i tortelli con diversi ripieni, ma da non perdere la Cozza di Scardovari, mollusco DOP dal sapore più delicato, l’anguilla, le rane o il cosiddetto barbon in tecia, ovvero il pescegatto in umido servito con la polenta. Al di là dei vini sopra citati ottimi il Bardolino Superiore DOCG e la Valpolicella; tra i bianchi il Soave Superiore e il Bianco di Custoza, ma anche la grappa, di cui Bassano del Grappa e Conegliano di sicuro i regni incontrastati.
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