Imponendosi con il suo aspetto tronco all’imbocco della Val di Susa, in Piemonte, il Monte Musinè offre una serie di suggestivi itinerari escursionistici dai diversi livelli di difficoltà, percorribili tutto l’anno, ma ideali soprattutto dall’autunno fino alla primavera. La stagione calda, infatti, può rendere l’escursione decisamente meno piacevole.
Il paesaggio che si attraversa alterna tratti boschivi più fitti, principalmente di pini e larici, ad altri dalla vegetazione più rada, percorrendo tratti pavimentati a pietra lungo alcuni percorsi, e incontrando diversi punti panoramici e numerosi massi erratici.
Le piccole cappelle che segnano le stazioni
della via Crucis, il santuario di Sant’Abaco e la grande croce di
cemento che svetta sulla sommità, sono i tanti segni che evidenziano il
misticismo di cui si è caricata la montagna, misticismo che negli anni ha
alimentato derive che hanno reso il Musiné centro di una serie di leggende e
miti che hanno a che fare con esoterismo, masche (le streghe locali) e che
lo attestano come uno dei luoghi con il maggior numero di avvistamenti
ufologici d’Italia. Un’aura che può offrire un ulteriore elemento di fascinazione
per gli escursionisti.
Non è un caso, ad esempio, che ci siano
frequentatori della montagna che si spingano anche ad ascese in notturna.
Il percorso più battuto si raggiunge dal comune di Caselette: accanto al campo sportivo si trova un prato da cui si diparte una mulattiera che si sviluppa tra gli alberi proprio lungo il percorso delle stazioni della via Crucis, per poi inerpicarsi in un tratto più scoperto appena superato il Santuario. Seppure un poco impegnativo, non è difficile trovarsi superati o incontrare più volte passeggiatori che lo affrontano con un certo brio, salendo e scendendo più volte di seguito. Con un dislivello di 770 m il percorso richiede tra le due e le tre ore di percorrenza.
Altre vie si aprono dai comuni di Almese, Rivera, Milanere o Val della Torre, con diverse variazioni su dislivello e tempi di percorrenza e la possibilità di affrontare la montagna lungo i diversi versanti.
Che si raggiunga da un percorso o da un altro, una volta guadagnata la cima, in prossimità della larga croce, si può godere di un suggestivo panorama a 360° sulla vallata, l’intero arco alpino e sulla città di Torino. Una vista davanti alla quale recuperare le forze, prima di alzare la testa al cielo nella speranza di qualche incontro speciale.