Proseguendo lungo il percorso dei ciclisti del Giro d’Italia, in questi giorni arriviamo in Molise. In questa regione una città che merita la vostra attenzione è Termoli, ricca di storia e scorci da immortalar nel vostro diario di viaggio.
Termoli, anche detta la “Greenwich italiana” perché qua si incrociano il 42º parallelo Nord e il 15º meridiano Est (meridiano centrale del fuso orario che determina l’ora del fuso stesso), è la città più importante della costa molisana e la più popolosa subito dopo Campobasso.
Ricca di storia, il centro storico della città si trova su un promontorio a strapiombo sul mare, circondato da mura difensive e torrette di avvistamento per proteggerla in caso di attacchi provenienti dal mare.
Da non perdere c’è il celebre Borgo Antico, formato da un ginepraio di viuzze che portano alla graziosa piazza del Duomo, con la Cattedrale Santa Maria della Purificazione in stile romanico-pugliese. Con un maestoso portone d’ingresso e sette arcate adornate da bassorilievi attira i turisti al suo interno in cui si può ammirare la cripta con tre absidi nella quale sono conservati le reliquie di San Basso e Timoteo.
Tra queste viuzze si trova uno dei vicoli più stretti del mondo, nel quale è possibile passare solo di traverso: la strettissima “rejecélle”, largo 34 cm in alcuni punti, e poco di più in altri.
Le case affacciate sul mare offrono uno spettacolo indimenticabile sia per la meravigliosa vista che offrono sia per l’enorme quantità di colori del quale sono composte.
Passeggiando per i vicoli all’interno del bellissimo e coloratissimo borgo di Termoli, si incontra anche l’imponente Castello Svevo, simbolo della città che sorge nella piazza del Duomo, imperdibile perla architettonica. Costruito in epoca normanna interamente in pietra calcarea e arenaria, si suddivide in due strutture: un corpo centrale con quattro torrette tondeggianti e una torre centrale che al momento ospita la stazione meteorologica dell’aeronautica militare.
Una particolarità imperdibile e suggestiva della zona sono sicuramente i trabucchi, antiche macchine da pesca realizzate in legno, utilizzando una fitta palizzata conficcata tra gli scogli che termina con una piattaforma collegata alla terraferma attraverso una passerella. Qui, due braccia in legno che si allungano sull’acqua reggono una rete rettangolare, che viene calata in acqua attraverso un argano.
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