Sul confine tra il Lazio e la Toscana si sviluppa un itinerario molto suggestivo che può essere percorso in cinque/sei giorni a piedi, in mountain bike o a cavallo: una vera chicca per gli amanti del trekking e non solo… Si tratta della Via degli Etruschi, percorso che unisce la via Francigena, a partire da Proceno, con l’antico porto di Vulci, conosciuto anche con il nome di “Le Murelle”.
Se decidete di percorrere questo tragitto ricco di storia vi imbatterete nelle cosiddette “tagliate”, le antiche vie etrusche, fino al raggiungimento della meta costituita da ciò che rimane di un porto etrusco sommerso. Il percorso, per cui non è necessaria una particolare preparazione atletica, attraversa la Riserva Naturale Regionale Selva del Lamone, la Riserva Naturale Provinciale Montauto, si inerpica sul Monte Amiata e costeggia il fiume Fiora. Lungo la via si incontrano anche la bellezza di sei parchi. Uno di questi, il Parco Archeologico Antica Castro, è una tappa obbligata e imperdibile. Castro, antica città etrusca distrutta nel 1649, rappresenta il luogo in cui fu ritrovata una splendida Biga di bronzo, uno dei simboli principali dell’intero percorso.
Lungo tutto il percorso è possibile approfittare dei molti punti di ristoro e dei bed and breakfast nati negli ultimi anni per agevolare i viandanti. Sono previste sei tappe e si può percorrere in entrambi i sensi.
Ecco le tappe:
- Da Artimino a Prato (13 km)
- Da Prato a Montecuccoli (24 km)
- Da Montecuccoli a Lago Brasimone (28 km)
- Da Lago Brasimone a Grizzana Morandi (22 km)
- Da Grizzana Morandi a Marzabotto (18 km)
Si può anche dividere in due parti. Il primo tratto, chiamato “via Gregoriana” perché pare essere il luogo di nascita di Gregorio VII, unisce Sorano a Sovana, in provincia di Grosseto e attraversa alcune vie cave e canyon scavati nelle rocce, alcune delle quali raggiungono l’altezza di 20 metri.
Il secondo tratto va da Sovana passando da Pitigliano, uno tra i borghi italiani più pittoreschi di sempre, detto anche “la piccola Gerusalemme” e “Città del tufo”, fino ad Artimino, primo importante insediamento etrusco, poi borgo medievale e luogo amato dai Medici. Percorrendo questa seconda parte del cammino ci si imbatte anche nel Museo archeologico all’aperto Alberto Manzi, percorso didattico nato ufficialmente nel 2004 nell’area sepolcrale del pianoro del Gradone e inserito nella rete museale provinciale dei “Musei di Maremma”.