Guardando dal basso, dalla città di Trapani in direzione del Monte San Giuliano, si notano spuntare le guglie di una grande antenna e altri tralicci che consegnano un’immagine non tanto diversa da quella intorno ad altre grandi città in giro per la Sicilia e l’Italia in generale. Invece, percorrendo le statali di Trapani-Erice o di Valderice-Erice, o, meglio ancora, sfruttando il panoramico viaggio sulla moderna cabinovia, si può scoprire l’esistenza di un piccolo e suggestivo gioiello, il centro cittadino del comune di Erice, parte del libero consorzio comunale (ex provincia) di Trapani.
Rinchiusi all’interno di mura elimo-puniche e percorrendo stradine acciottolate, molte delle quali larghe appena per una persona alla volta, ci si trova catapultati in un’atmosfera d’altri tempi. Dalle origini greche e fenicie, la città è un microuniverso medievaleggiante, dove rivaleggiano numerose chiesette, alcune ancora oggi aperte al culto, conventi e diversi edifici storici. A spiccare ovviamente il castello di Venere, di origini Normanne ma che sorge sulle vestigia del tempio romano dedicato a Venere Erycina e, arroccato su uno dei fianchi della collina, il Castello e le torri del Balio. Le sorprese e i diversi mondi e vissuti storici della città si intrecciano ad ogni passo, dal delizioso giardino del Balio fino al quartiere spagnolo, dove sorge, non terminato, un edificio che avrebbe dovuto accogliere una guarnigione di soldati.
Camminare per gli stretti vicoli significa inoltre passeggiare accanto agli edifici privati, per lo più basse case in pietra strette tra di loro, dove a tratti, oltre le mura che le rinchiudono, si riesce a strappare uno scorcio dei deliziosi giardini interni che tengono nascosti.
Non mancano ovviamente locali e ristoranti, che consentono pause tra specialità locali. Ma oltre alla bellezza e alle curiosità storiche di un luogo dalla strategica posizione, in questo piccolo centro che a 751 m domina Trapani, il mare e la vallata, scenari di un paesaggio che accompagna buona parte dell’esplorazione, è impossibile rimanere insensibili alla sua atmosfera, una sensazione che aleggia ed evoca meraviglie che vanno oltre quelle destinate agli occhi.
Un’eco mistico che deve trovare il suo culmine nel momento in cui il piccolo c’entro si ritrova completamente avvolto dalle nuvole, specialmente nella stagione invernale, trasformandosi realmente in un ovattato e mistico luogo fuori dal tempo.
Non è un caso se il Venerdì Santo diventa teatro di una suggestiva processione dei Misteri con statue in legno ottocentesche condotte a spalla in un sacro silenzio.