Non c’è nessuna strada che permetta l’accesso a questo piccolo angolo incantato della Liguria. Solo due accessi sono possibili. Il più comune è dal mare, attraverso i battelli che collegano la minuscola insenatura diverse volte al giorno con la maggior parte dei comuni della Riviera di Levante: Camogli, Recco, Portofino, Santa Margherita Ligure, Rapallo, Chiavari, Lavagna e Sestri Levante, ma anche Genova.
È un viaggio che permette di ammirare un tratto di costa Ligure tra i più affascinanti, con rocce, natura e mano umana che si contendono l’affaccio sul mare. La seconda possibilità è percorrere uno dei sentieri del Parco Naturale Regionale di Portofino, una camminata tra boschi e pinete con scorci sul mare mozzafiato, e che in meno di due ore, per mezzo di una discesa non troppo impervia, vi permette di raggiungere questo piccolo angolo che pare un posto fuori dal mondo.
Sotto gli occhi di una torre cinquecentesca, quasi sorgesse dalle stesse rocce della montagna che la circondano, si staglia l’Abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte (da non confondere con l’omonima località partenopea). Si tratta di un monastero benedettino costruito intorno all’anno Mille, che nel tempo è stato anche occupato dai pirati e intorno al quale è sorto un minuscolo borgo di pescatori. L’abbazia ospita anche un piccolo museo e il sepolcro della famiglia di Andrea Doria, ammiraglio vissuto tra 1400 e 1500 e che oggi fa parte del patrimonio gestito dal FAI. Nella chiesa dell’Abbazia si svolgono ancora alcune celebrazioni, come la messa per la Vigilia di Natale.
Questo angolo estremamente suggestivo, che combina la bellezza del mare, della natura e l’impatto della storia, ospita anche una scultura decisamente particolare. Nella baia è giace infatti il “Cristo Sommerso“, una statua bronzea posta qui nel 1954 e visibile solo in immersione. Siamo all’interno dell’Area Naturale Marina protetta Portofino e il monumento si trova a 17 metri di profondità. La statua fu voluta fortemente da Duilio Marcante, uno dei primi sommozzatori italiani, a seguito della morte di un collega, Dario Gonzatti, proprio durante un’immersione. Dettaglio suggestivo della statua realizzata dallo scultore Guido Galletti, è che il bronzo che la costituisce è derivato dalla fusione di medaglie, campane e soprattutto componenti navali.
Oggi, oltre all’affascinante visita turistica, è possibile godere dell’atmosfera peculiare del luogo rilassandosi nelle due piccole spiaggette e usufruire di servizi di ristoro e persino decidere di pernottare in una struttura ricavata all’interno di una vecchia abitazione di pescatori.