Il latte dei sogni, è questo il titolo della cinquantanovesima edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte che torna, dopo lo stop causato dalla pandemia, ad accendere Venezia da domani 23 aprile. La Biennale sarà visitabile fino al 27 novembre e si snoderà tra gli spazi del Padiglione Centrale ai Giardini e in quelli delle Corderie, delle Artiglierie e negli spazi esterni delle Gaggiandre e del Giardino delle Vergini nel complesso dell’Arsenale.
Sarà un’edizione sorprendente, partendo proprio dalla scelta del suo titolo Il latte dei sogni che come racconta la curatrice Cecilia Alemani: “si rifà al libro di favole di Leonora Carrington (1917-2011) in cui l’artista surrealista descrive un mondo magico nel quale la vita viene costantemente reinventata attraverso il prisma dell’immaginazione e nel quale è concesso cambiare, trasformarsi, diventare altri da sé. L’esposizione sceglie le creature fantastiche di Carrington, insieme a molte altre figure della trasformazione, come compagne di un viaggio immaginario attraverso le metamorfosi dei corpi e delle definizioni dell’umano”.
Parliamo di numeri: sono ben 213 le artiste e artisti provenienti da 58 nazioni, di cui 26 italiani – in maggioranza donne – , e oltre 180 quelli che vi partecipano per la prima volta. La mostra presenta opere contemporanee e 80 nuove produzioni concepite appositamente per la Biennale Arte, in dialogo con lavori storici che datano dall’Ottocento fino ai nostri giorni per un totale di 1.433 opere e oggetti esposti. Un’edizione straordinaria che vede la partecipazione soprattutto di donne (a partire proprio dalla sua curatrice, prima vola nella storia della manifestazione) o di appartenenti a un genere non binario.
Tra le curiosità anche la presenza di Repubblica del Camerun, Namibia, Nepal, Sultanato dell’Oman, Uganda e la partecipazione per la prima volta con un proprio padiglione di Repubblica del Kazakhstan, Repubblica del Kyrgyzstan e Repubblica dell’Uzbekistan.
Le aree tematiche su cui si concentra l’Esposizione Internazionale d’Arte sono tre: la rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosi; la relazione tra gli individui e le tecnologie; i legami che si intrecciano tra i corpi e la terra.
Tra le novità c’è la realizzazione del primo Biennale College Arte nella storia della Biennale, che si affianca a quelli di Cinema, Danza, Teatro e Musica e la presenza di Piazza Ucraina, a cura di Borys Filonenko, Lizaveta German, Maria Lanko, curatori del Padiglione dell’Ucraina, installazione e luogo di solidarietà, dibattito e dialogo, progettata dall’architetta ucraina Dana Kosmina nello Spazio Esedra dei Giardini della Biennale.
L’Italia è presente a Venezia con Storia della Notte e Destino delle Comete: la mostra, a cura di Eugenio Viola, per la prima volta nella storia del Padiglione Italia presenta l’opera di un solo artista, Gian Maria Tosatti: una grande installazione ambientale pensata appositamente per gli spazi delle Tese delle Vergini che propone una visione dello stato attuale dell’umanità e delle sue prospettive future. Attraverso riferimenti letterari e arti visive, teatro, musica e performance il visitatore è immerso in un percorso a tratti familiare e a tratti spiazzante, per offrigli una consapevolezza nuova e generare riflessioni concrete sul possibile destino della civiltà umana, in bilico tra i sogni e gli errori del passato e le promesse di un futuro ancora in parte da scrivere.
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