Trovare un posto in Italia in cui si mangi male è davvero difficile…non esula da questa regola (provata, provatissima!) l’Abruzzo, grazie anche alla varietà del suo territorio.
Si affaccia per centotrenta km sul mare Adriatico, ma è anche una regione montuosa, vanta all’interno tre Parchi nazionali e uno regionale, numerose aree naturali protette e si compone di quattro province ciascuna con caratteristiche diverse. E a tavola? Questa ricchezza e varietà si manifesta anche lì!
Basti pensare che sono ben 18 i presidi riconosciuti da Slow Food (dai Fagioli di Paganica all’Oliva intosso di Casoli, dalla Mortadella di Campotosto al Canestrato di Castel del Monte, fino all’uva montonico), e non solo.
La tavola abruzzese trabocca di ricette e piatti tipici, tutti da provare: esperienza golosa garantita.
Qui una selezione dei piatti tipici che ci sono piaciuti di più!
Si chiamano Virtù teramane e dietro questo nome così evocativo si nasconde un primo piatto di Teramo e dintorni: una coccola che è tradizione mangiare il 1 maggio. Legumi secchi e freschi, verdure di stagione, carne (soprattutto di maiale) e anche diversi formati di pasta.
Non è una semplice minestra, ma un piatto che ogni famiglia trasmette di generazione in generazione, e che celebra la regola del ‘di necessità virtù’, ovvero quell’arte di arrangiarsi con quello che è disponibile in cucina per creare piatti nuovi.
In Abruzzo si trovano ovunque e ormai sono usciti anche dai confini regionali. Di cosa parliamo? Dei rustell, i famosi arrosticini, spiedini di carne di pecora da fare sulla griglia (scorpacciata obbligatoria).
Cace e ove, pecorino e uova, sono due costanti della cucina abruzzese, un’accoppiata vincente. Li trovate protagonisti nella ricetta delle pallotte cace e ova, polpette di pane, uova e pecorino cotte in un sugo di pomodoro e basilico o nell’agnello cace e ove, spezzatino di agnello arricchito da una salsina a base di uova sbattute e pecorino.
Sempre parlando di secondi piatti gustosi ci sono le Ciammariche al sugo, le lumache di terra in umido con sugo di pomodoro, di cui si può trovare anche la variante preparata con le lumachine di mare, li bummalitt. E ancora stando sulla costa il brodetto di pesce che nel pescarese si prepara con il pescato di zona, ma senza pesce azzurro e pomodoro, e nella zona di Vasto con pesce cucinato intero con pomodoro, peperone, aglio e peperoncino, servito con pane o con l’aggiunta di pasta.
Largo poi ai dolci: neole, ferratelle, catarrette, cancellate, nivole, zimmelle, nievole, cancelle, scarzelle, coperchiole, ciarancelle…tutti nomi che indicano cialde di biscotto sottilissime cotte tra due piastre calde e rese ancora più golose da miele e noci o mosto di uva.
Oppure ancora i Bocconotti (di Montorio e Castel Frentano), piccoli tortini di pasta frolla ripieni, da mangiare in un solo boccone: che siano farciti di crema al cioccolato aromatizzata alle mandorle e cannella o con marmellata di uva Montepulciano la goduria è assicurata.
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